ESG e Intelligenza Artificiale: verso un modello d’impresa sostenibile
L’incontro tra ESG e Intelligenza Artificiale va oltre un semplice binomio: è un vero e proprio simposio di opportunità e sfide.
Da quando la sostenibilità aziendale è diventata un KPI, la quasi totalità delle aziende medio-grandi ha intrapreso percorsi virtuosi per integrare in un quadro strutturato la valutazione sostenibile ed etica della performance organizzativa inserendola all’interno dell’Agenda 2030.
L’acronimo ESG deriva da Environmental, Social e Governance, che rappresentano i tre pilastri fondamentali su cui si basa la valutazione della sostenibilità ambientale di un’azienda. In aggiunta alla mera rendicontazione finanziaria che trova la sua sintesi nel bilancio d’esercizio, ogni anno le aziende devono redigere anche il cosiddetto bilancio di sostenibilità, uno strumento che negli ultimi anni sta assumendo un’importanza sempre maggiore, tanto da essere usato persino dagli istituti di credito come mezzo di valutazione della solidità degli investimenti aziendali.
Il bilancio di sostenibilità viene redatto a partire da tre criteri:
- environmental: l’impatto dell’azienda sull’ambiente è cruciale. Motivo per cui gli obiettivi principali in questo campo sono contenere le emissioni di gas serra attraverso un monitoraggio puntuale di stabilimenti e data center, ridurre il consumo di risorse naturali e gestire i rifiuti in modo da ridurre il loro impatto ambientale;
- social: le pratiche aziendali influiscono direttamente sulla vita dei dipendenti e della comunità del territorio su cui l’azienda opera. Un’organizzazione virtuosa si distingue dalle altre per come tratta le persone, per le sue policy sui temi legati ai diritti dei lavoratori, come l’equo compenso, la parità di genere e la sicurezza sul posto di lavoro. Un’azienda con un impatto sociale positivo genera valore tangibile per le comunità locali, vivendo in sintonia con loro e non in conflitto;
- governance: un’organizzazione sostenibile è innanzitutto un’organizzazione trasparente, guidata e governata in modo sano. Valutare i processi di governance significa trovare le metriche giuste per misurare l’etica aziendale, ciò vuol dire saper bilanciare i rapporti di potere con gli azionisti, quantificare in modo equilibrato la remunerazione dei dirigenti e monitorare la gestione dei rischi.
ESG, come generare dati di valore: il ruolo dell’Intelligenza Artificiale
Oggi, dato il ruolo complementare e sinergico delle tecnologie di automazione con le buone pratiche sostenibili, le imprese possono monitorare con più facilità i loro progressi verso gli obiettivi ESG, migliorando così la compliance normativa.
Ciò apporta un vantaggio competitivo enorme per le organizzazioni impegnate nelle attività di rendicontazione non finanziaria. Il beneficio a livello reputazionale è tale che alcune aziende, pur non avendo uno specifico obbligo normativo, decidono volontariamente di redigere un report di sostenibilità.
Altre aziende, invece, sono obbligate a farlo: dal 2026, per esempio, la Corporate Sustainability Reporting Directive avrà carattere prescrittivo anche per le imprese non quotate con almeno 250 dipendenti e fatturato maggiore o uguale a 50 milioni di euro.
Integrare le fonti di dati nel report di sostenibilità: la sinergia tra sistemi informativi e AI
In questo scenario in continuo divenire, l’AI si rivela un’altra volta la tecnologia indispensabile di cui le aziende hanno bisogno: con la mole di dati necessari all’analisi del rating di sostenibilità, l’Intelligenza Artificiale è la scorciatoia ideale per generare dati utili all’ottimizzazione dei processi ESG.
Quali azioni sono da intraprendere per realizzare gli obiettivi in ambito ambientale, sociale e di governance è presto detto: l’incrocio tra i dati degli applicativi come ERP ed Enterprise Performance Management permette di intercettare i parametri e le leve su cui intervenire puntualmente. L’integrazione tra sistemi informativi, AI e obiettivi ESG, porta ad armonizzare tra loro le informazioni da fonti differenziate, strutturate e non, per offrire maggior valore finanziario alle decisioni nel minor tempo possibile.
Semplificare il report di sostenibilità con l’AI, le evidenze di PwC e McKinsey
Secondo una ricerca McKinsey del 2025, l’adozione dell’IA in ambito ESG è cresciuta sensibilmente negli ultimi tempi, segnando un’impennata per le attività di reportistica e compliance.
Il dato è confermato anche da uno studio di PwC, secondo cui per il 47% delle aziende i fattori in grado di migliorare il processo di reportistica includono proprio un uso più efficace della tecnologia e una verifica della disponibilità e dell’integrità dei dati.
Le nuove tecnologie di automazione e analisi delle informazioni portano copiosi frutti anche agli investitori. Un uso esteso dell’AI semplifica le attività di controllo sulla Governance, smascherando in tempo reale possibili tentativi di greenwashing. L’analisi predittiva consente infatti una comprensione completa dei rischi e delle opportunità di investimento: una vera sfera di cristallo per gli stakeholder.
Dalla survey di McKinsey emergono almeno cinque risultanze fondamentali, che dimostrano come mai i modelli di AI siano così diffusi oggi per le attività di reportistica ESG:
- il 70% delle aziende intervistate ha aumentato l’adozione dell’AI per il report ESG e la valutazione della compliance normativa;
- il 65% ha implementato team dedicati alla gestione dei rischi e alla governance legati all’uso dell’AI per monitorare le performance ESG;
- l’uso di modelli predittivi basati sull’Intelligenza Artificiale ha ridotto i tempi di raccolta e analisi dei dati ESG del 40%, aumentando la precisione e la tempestività delle informazioni disponibili;
- il 55% delle organizzazioni usa sistemi di AI per integrare dati strutturati e non strutturati provenienti da diverse fonti, creando un quadro completo per il raggiungimento degli obiettivi ESG.
- l’80% delle aziende considera l’Intelligenza Artificiale una leva tecnologica per anticipare cambiamenti normativi e ridurre i rischi di non conformità, migliorando così la trasparenza e aumentando l’appeal di fronte ai propri investitori.
Gli indicatori ESG, la guerra dei KPI strategici
Le grandi aziende generano circa un centinaio di KPI ambientali, sociali e di governance. Si tratta di un numero enorme, difficilmente gestibile senza il supporto di una tecnologia di automazione dei processi di aggregazione e analisi dei dati. Questi indicatori di sostenibilità variano sensibilmente a seconda del settore di riferimento e dell’impresa, che può risultare più o meno performante sui singoli o su tutti i pilastri ESG.
Come emerge dallo studio di Roland Berger sulle principali Telco presenti in Europa e Nord America, ad esempio, le compagnie di telecomunicazioni sono molto più orientate al raggiungimento di obiettivi ambientali piuttosto che sociali e di governance. La riduzione dei gas a effetto climalterante è la priorità per queste organizzazioni, mentre lo è molto meno aumentare la rappresentanza femminile nel settore in ruoli apicali e ridurre il turnover del personale.
Da questo esempio si evince come la maggiore sfida delle metriche ESG sia trovare il giusto equilibrio. Lo sbilanciamento verso l’uno o l’altro pillar ESG spesso va in conflitto con la definizione delle priorità nell’attività di reportistica, il che porta a ridisegnare, in un ciclo continuo senza sosta, gli obiettivi di sostenibilità.