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Codice SDI: cos’è, dove e come si inserisce in una fattura elettronica

Il Codice SdI è un identificativo alfanumerico usato dal Sistema di Interscambio per recapitare le fatture elettroniche al destinatario. Il codice da inserire varia in base al tipo di cliente (azienda, privato o estero) e deve essere indicato correttamente per evitare lo scarto della fattura.
Codice SDI: cos'è, dove e come si inserisce in una fattura elettronica
Tempo di lettura: 3 minuti

Indice dei contenuti

Codice SdI: cos’è, come funziona e perché è importante

Il codice SdI, detto anche Codice destinatario, è un elemento fondamentale nella compilazione della fattura elettronica B2B e B2C.

Consiste in un codice alfanumerico usato dal Sistema di Interscambio (SdI) per recapitare la fattura elettronica al destinatario. Si tratta di una sorta di indirizzo telematico composto da 7 caratteri.

Nella maggior parte dei casi ogni azienda riceve il codice SdI dalla software house fornitrice del programma di fatturazione elettronica. Quest’ultima ha un proprio codice destinatario unico, che assegna a tutti i clienti che si avvalgono del suo servizio di fatturazione.

Di conseguenza, tutte le aziende che ricorrono alla stessa software house per l’inoltro delle fatture allo SdI hanno lo stesso codice destinatario. Condividere lo stesso codice SdI con altre aziende non comporta alcun rischio per la sicurezza dei propri dati, poiché l’elemento determinante per la canalizzazione delle fatture è il numero di Partita IVA.

In alternativa all’uso del codice SdI della propria software house, le grandi aziende che emettono volumi elevati di fatture e vogliono avere un canale telematico diretto tra i propri server e il Sistema di Interscambio, possono chiedere all’Agenzia delle Entrate il rilascio di un codice univoco personalizzato.

Avere un codice destinatario, però, non è obbligatorio, dato che le fatture elettroniche possono essere ricevute anche mediante PEC.

Ciascun titolare di partita IVA comunica all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo telematico (codice SdI o PEC) dove ricevere le fatture elettroniche. Per farlo occorre collegarsi al Portale Fatture e Corrispettivi, autenticandosi tramite SPID e CIE o CNS.

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Codice destinatario: dove e come inserirlo in fattura

Nel momento in cui si emette una fattura elettronica, bisogna distinguere tre casistiche:

  • cliente titolare di Partita IVA (impresa o professionista);
  • cliente privato;
  • cliente estero (UE o extra-UE).

1. SdI: fatture a cliente titolare di partita IVA

Nel caso in cui la fattura viene emessa nei confronti di una partita IVA è necessario ottenere dal cliente il codice destinatario oppure la PEC, qualora il cliente abbia indicato all’Agenzia delle Entrate la posta elettronica certificata come indirizzo telematico.

Nel momento dell’emissione della fattura elettronica:

  • se il cliente dispone di un codice SdI, questo va inserito nel campo “Codice Destinatario;
  • se, invece, il cliente ha comunicato come indirizzo telematico una PEC, nel campo Codice Destinatario” devono essere inseriti sette zeri (“0000000“), mentre va compilato il campo “PEC Destinatario con l’indicazione dell’indirizzo di Posta Elettronica Certificata del cliente.

2. SdI: fattura a privato

Il cliente privato, non avendo alcun obbligo di avere una PEC, potrebbe non aver registrato nessun indirizzo telematico presso lo SdI.

Al momento dell’emissione della fattura si dovrà procedere nel modo seguente:

  • se il cliente privato non ha una PEC, nel campo Codice Destinatario” vanno inseriti sette zeri (0000000) e il campo PEC Destinatario va lasciato in bianco. È necessario, però, ricordare al cliente che la fattura elettronica è disponibile nella sua area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, una copia della fattura deve essere consegnata o inviata via mail al cliente;
  • nel caso in cui il cliente privato abbia una PEC ed essa è stata comunicata all’AdE come indirizzo telematico, al momento dell’emissione della fattura il campo PEC Destinatario” va compilato: lo SdI inoltrerà la fattura alla casella PEC del cliente, ma metterà comunque a sua disposizione una copia della fattura nella sua area personale del sito.

3. SdI: fatturazione cliente estero

Qualora venga emessa fattura elettronica nei confronti di un soggetto UE o extra-UE, nel campo “Codice Destinatario” vanno indicate sette x (“xxxxxxx”) e non andrà compilato il campo “PEC Destinatario. In questo caso la fattura elettronica non è recuperabile dal cliente mediante il portale dell’AdE e sarà necessario inviare il documento fiscale al destinatario in modo telematico o cartaceo.

Codice Sdi e ricezione della fattura

Fin qui abbiamo visto come si deve comportare chi emette la fattura elettronica. Vediamo ora cosa deve fare il destinatario della fattura per recuperarla:

  • le aziende che dispongono di un proprio codice destinatario ricevono le fatture direttamente dallo SdI tramite il canale accreditato associato a quel codice;
  • le aziende che hanno comunicato il codice destinatario della software house ricevono le fatture sul canale telematico dell’intermediario accreditato, che mette a disposizione dei propri clienti una apposita interfaccia web;
  • coloro che hanno comunicato come indirizzo telematico la PEC, ricevono la fattura nella propria casella di Posta Elettronica Certificata;
  • privati che non dispongono di una PEC, possono prelevare la fattura dalla loro area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate;
  • i privati che sono in possesso della PEC e l’hanno comunicata all’AdE, oltre a poter prelevare la fattura dalla loro area riservata del sito dell’AdE, riceveranno anche la fattura al loro indirizzo di Posta Elettronica Certificata.
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Codice SdI: possibili errori

È importante evitare errori quando si indica il Codice SdI in fattura. L’inserimento di spazi bianchi o di altri caratteri speciali o di un codice errato o ancora l’omissione del codice destinatario sono errori che possono portare il Sistema di Interscambio a scartare la fattura.

Attenzione: in caso di fattura verso la Pubblica Amministrazione, non si usa il codice destinatario, bensì il codice univoco (o IPA) di 6 caratteri. Anche in questo caso, l’inserimento di un carattere sbagliato oppure un carattere mancante determinano lo scarto del documento.

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