Cartelle esattoriali: da gennaio 2026 scatta il discarico automatico
Dal 2026 entrerà in vigore una novità di rilievo per i contribuenti con debiti fiscali: il discarico automatico delle cartelle esattoriali.
Questa misura è stata introdotta per semplificare la gestione della riscossione per l’ente pubblico nei casi in cui questa non porti a nessun risultato. L’Agenzia delle Entrate o le società di recupero crediti possono infatti impiegare anni per recuperare un debito che finisce per pareggiare o superare gli sforzi profusi per incassarlo. Non sorprende, considerando che una quota significativa dei crediti riguarda somme ridotte, con uno su quattro sotto i 100 euro.
Introdotto dal Decreto Legislativo del 29 luglio 2024, noto come “Decreto Riscossione” (articolo 3, pagina 5), il discarico automatico permetterà all’Agenzia delle Entrate di snellire i processi di riscossione più difficili da recuperare.
Cartelle esattoriali: quanto pesa il debito
Durante un’audizione alla Commissione Finanze del Senato lo scorso 26 marzo, Roberto Benedetti, presidente della commissione di analisi sul magazzino crediti e dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), ha presentato dati secondo cui il valore residuo dei crediti fiscali affidati all’AdE-Riscossione dal 2000 al 2024 raggiunge quasi 1.273 miliardi di euro.
Di questi, poco meno della metà (oltre 537 miliardi) è considerata “inesigibile” a causa di fallimenti, decessi, nullatenenza o procedure concorsuali. Circa 568 miliardi risultano invece potenzialmente riscuotibili, mentre 167 miliardi rimangono in una zona d’ombra, dove è ancora prematuro fare previsioni sulla riscossione. Si tratta di debiti legati a contribuenti con procedure concorsuali in corso o riscossioni sospese per motivi legali o ricorsi.
Secondo il documento dell’Osservatorio CPI e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, i crediti effettivamente recuperabili si attesterebbero intorno a 100 miliardi di euro, pari a circa un decimo del debito totale.
Per affrontare questa sfida e ridurre un buco pesante per le casse dello Stato, sono stati ideati diversi strumenti di recupero, calibrati sulle diverse situazioni. Tra questi spiccano interventi normativi per il discarico o la definizione agevolata dei crediti inesigibili, oltre a:
- azioni cautelari ed esecutive (pignoramenti, sequestri) sugli immobili e beni mobili;
- riscossione tramite rateizzazioni e dilazioni di pagamento;
- miglioramento delle procedure di controllo e monitoraggio del magazzino crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Cosa cambia dal 2026 con il discarico automatico
A partire dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore il discarico automatico delle cartelle esattoriali “inesigibili”. In pratica, le cartelle esattoriali vecchie di almeno cinque anni e per cui i tentativi di riscossione non sono andati a buon fine saranno restituite all’ente creditore (ad esempio, una Regione, un Comune o un altro ente pubblico), che a quel punto potrà scegliere se:
- gestire autonomamente il recupero del credito
- affidarsi a una società privata di recupero crediti
- affidare l’onere della riscossione all’AdE per ulteriori due anni, qualora emergano nuovi elementi reddituali o patrimoniali.
Rientrano nel discarico automatico, ad esempio, le cartelle relative a contribuenti nullatenenti, ai deceduti senza eredi, ai debitori irreperibili dopo cinque anni di tentativi di riscossione, o a chi si trova in gravi condizioni di disagio economico.
Discarico cartelle esattoriali: per quali debiti vale
Non tutti i debiti vengono sospesi con il discarico automatico. Questa misura riguarda soltanto alcune cartelle esattoriali, in particolare quelle più datate e con importi contenuti:
- cartelle di importo complessivo fino a 1.000 euro
- cartelle affidate all’Agenzia entro il 31 dicembre 2015
- debiti relativi a tasse, contributi previdenziali e multe.
Il discarico automatico non è un condono
Il meccanismo del discarico delle cartelle esattoriali è stato ideato per snellire i processi di riscossione, che talvolta comportano costi superiori all’importo dovuto, favorendo così l’archiviazione dei debiti difficili o impossibili da recuperare.
Tuttavia, il discarico non costituisce un condono e non comporta l’estinzione definitiva del debito.
L’ente creditore può infatti decidere se tentare ulteriormente il recupero tramite altri strumenti, ad esempio bloccando un bonifico in uscita, oppure archiviare la pratica classificandola come “irrecuperabile”.
Ma se in futuro le condizioni del contribuente cambieranno, l’ente creditore potrà ancora rivendicare la riscossione della cartella archviata.
Sarà necessario attendere dieci anni, invece, per la prescrizione definitiva, al termine dei quali il debito si estingue completamente.
Rottamazione quinquies, come velocizzare la riscossione evitando gli interessi
Oltre al discarico delle cartelle esattoriali, il DDL della manovra di Bilancio 2026, approvato dal Consiglio dei Ministri, introduce un altro strumento di semplificazione: la Rottamazione quinquies, pensata soprattutto per chi non ha avuto modo di aderire alla Rottamazione quater.
I contribuenti interessati possono fare riferimento all’articolo 23 della manovra di Bilancio 2026 (pagina 96), dove sono elencate tutte le regole e i dettagli relativi a questa modalità di pagamento dei debiti.
È importante precisare che la “rottamazione” non comporta l’estinzione, la sospensione o lo stralcio del debito, ma una sua riduzione. La misura, infatti, non elimina del tutto l’obbligo del contribuente, ma permette di saldare le cartelle esattoriali senza pagare sanzioni e interessi relativi ai debiti maturati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023.
La rateizzazione delle cartelle esattoriali
La Rottamazione quinquies consente di regolarizzare i debiti fiscali e contributivi senza dover pagare interessi e sanzioni di mora, fatta eccezione per i costi delle procedure di riscossione.
Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026 oppure essere dilazionato in un massimo di 54 rate bimestrali: le prime tre rate tra luglio e novembre 2026, le successive da gennaio 2027 a novembre 2034, e le ultime tre nel 2035.
In questi casi è comunque importante valutare l’opportunità di un piano di rientro così lungo, soprattutto considerando un tasso di interesse del 4%.
Cartelle esattoriali: come aderire alla Rottamazione quinquies
Per aderire alla Rottamazione quinquies è necessario presentare domanda online tramite l’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 30 aprile 2026.
Si tratta di un passaggio fondamentale, che il cittadino può effettuare autonomamente, a condizione di disporre di strumenti di identità digitale, necessari per indicare all’Agenzia le cartelle da rottamare e scegliere il piano di rientro da seguire.
La procedura può essere completata seguendo tre differenti modalità:
1. accedere al cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, scegliendo tra:
Una volta selezionate le cartelle o gli avvisi da includere, si compilano i dati richiesti (numero di cartella, comunicazione originaria, ecc.), si allega un documento di riconoscimento in formato PDF e si fornisce un indirizzo email.
2. inviare una PEC agli indirizzi messi a disposizione dall’Agenzia
3. in presenza presso gli sportelli fisici dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dove operatori assistono nella compilazione e nella verifica della documentazione.
Anche nel caso del discarico automatico delle cartelle esattoriali, è fondamentale disporre di una PEC personale, che consente di ricevere tempestivamente eventuali notifiche qualora la cancellazione non vada a buon fine.







